LA MORTE DEI GIGANTI. Il batterio xylella e la strage degli ulivi millenari. (di Cosimo Zullo)

In questi giorni ho letto il libro di Stefano Martella ” La morte dei Giganti “.

Il libro parla della strage che ha colpito i nostri ulivi millenari ed era stato presentato nel mese di giugno scorso presso il Circolo Cittadino di Francavilla Fontana dall’ Associazione Petrolio e dalla Libreria Francavillese. Mio figlio William ebbe cura di regalarmene una copia.

Un libro molto bello, ricco di spunti di riflessione sui temi del paesaggio agrario del Salento, sul confronto tra scienza – politica e il loro rapporto con i produttori.

Ci parla dello sforzo, della fatica dei contadini nel non arrendersi alla malattia degli alberi e dei tanti tentativi per riuscire a fermare o tentare di bloccare la xilella.

A mio avviso il tema conduttore del libro è quello della RIPARTENZA , un po’ simile alla ripartenza dopo la pandemia del COVID. Ripartenza per dare una nuova risposta al territorio del Salento così mortificato e quasi desertificato dal batterio.

Nel libro si racconta del valore che l’olio salentino ha avuto nel corso dei secoli. Il nostro olio veniva esportato nelle principali capitali europee. Nei palazzi del potere, dove si accendevano i lumi ad olio, molto spesso veniva scelto l’olio delle nostre terre perché dava una fiamma molto chiara. L’olio era il messaggero che nei secoli attraversava tutta l’ Europa, facendo diventare il Salento un importante scalo commerciale.

Il libro poi racconta della fatica dei contadini nella raccolta del prodotto, delle loro giuste rivendicazioni verso i proprietari terrieri per avere maggiori diritti e tutele. Nel Brindisino, negli anni ’50, le donne raccoglitrici di olive erano oltre 35mila e ottennero il primo contratto di lavoro nel 1954. A quei tempi il salario giornaliero di una bracciante era di 200 lire al giorno.

La coltivazione dell’ ulivo ha attraversato nei secoli le famiglie salentine.L’autore lo afferma riportando nel quarto capitolo una frase del viaggiatore e storico francese Georges Goyau :

” Nella Terra d’ Otranto la salute dell’ olivo è la salute del popolo stesso”.

I miei ricordi dell’ infanzia mi portano a quando si stava in mezzo alle distese di alberi dalle alte chiome, al canto delle cicale,al vento dell’ estate… sembrava essere in un mondo ovattato e incontaminato.

Leggendo e scorrendo le pagine sul paesaggio agrario e le sue modifiche mi è venuto alla mente anche come nel corso degli ultimi 30- 40 anni si sia modificato l’assetto della coltura del vigneto. Il paesaggio è cambiato anche con l’impianto in molti terreni di pannelli solari, anche in zone di ottimi vigneti e di buona agricoltura.

Le distese che tutti ricordiamo nel Salento e nel Brindisino dell’ alberello pugliese che si intercalava agli uliveti,non ci sono più.

I vigneti erano il simbolo della fatica dei coloni e dei mezzadri che lottavano per avere dagli agrari riparti più adeguati e riportano alla mente le lotte per la trasformazione della colonia e della mezzadria in affitto. Tutto questo non c’ è più, tutto si è modificato.

Il paesaggio agrario è cambiato , e vi sono tanti tentativi per ripartire modificando le coltivazioni, sfidando nuove tecniche, nuovi cultivar e pensando ad una agricoltura più adeguata ad utilizzare le nuove tecniche agro alimentari.

Infine il libro racconta la storia di Chiara , professoressa di Filosofia medievale all’Universita dell’ Aquila, originaria di Erchie, nel Brindisino,che ha deciso di impegnarsi in prima persona per portare avanti e trasformare gli uliveti ereditati da suo nonno.La madre, sconsigliava Chiara di interessarsi di agricoltura e della sua azienda, ma lei con caparbietà ha voluto cimentarsi con questa sfida.

” Alla fine ha vinto la filosofia: Chiara è riuscita a convincere la madre a dargli retta, ha licenziato i due fattori e ha chiesto e ottenuto i finanziamenti per lo spietramento.

Così nel 2018, ha costituito un’ azienda che produce olio extravergine di oliva biologico.

Chiara Paladini: gli innesti che ha voluto sui secolari in molti casi hanno attecchito e si sono trasformati in rami rigogliosi. Ma il batterio, come previsto, è arrivato anche nei suoi terreni”…

…”Intanto la sua casella di posta elettronica è inondata di email di aziende del fotovoltaico che le offrono di vendere i terreni con gli uliveti, in cambio di una lauta ricompensa. Email a cui non ha mai risposto”.

Il libro ci consegna tra le righe delle domande. Come sarà nei prossimi anni il nostro paesaggio agrario? Sarà raccolta la sfida a cambiare partendo dai temi che il batterio della xilella ha posto?

Ci saranno nuove leve di agricoltori e contadini pronti a raccogliere questi processi di cambiamento?

Le risposte sono la conseguenza di quale sviluppo vogliamo nel Salento.

(Cosimo Zullo)

Cosimo Zullo

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