MUSA E MITI mostra di pittura di Giovanni Avasto

Presentazione a cura della prof.ssa Maria De Mauro

La mostra presenta una selezione di opere composte tra il 2016 e il 2023 e segue un doppio percorso tematico dal titolo MUSA E MITI.

L’AMAZZONE Olio su tela 50 x 70

Non è difficile rintracciare in questo titolo il senso del racconto che si snoda davanti ai nostri occhi nelle opere di un artista schivo, riservato, ironico, che non ama raccontarsi, anzi tende a minimizzare il suo lavoro come fosse il semplice risultato dell’applicazione, preferendo lasciare scoprire a chi guarda il suo mondo popolato di figure familiari, assurte a numi tutelari, e mitiche.

Qualunque cosa di altro abbia fatto Gianni Avasto nella vita è stato secondo alla pittura.

Ha imparato la pittura dipingendo e fin dall’inizio non può essere avvenuto che con una rigorosa concentrazione e osservazione che dessero forma e visione a una certa percezione del mondo, a partire dal disegno che riveste un ruolo fondamentale nella concezione dell’opera di un artista straordinario che si è raccontato in un autoritratto il cui titolo evocativo è Chimera.

CHIMERA olio su tela 50×50

La pittura può estendere il nostro modo di vedere, svelando quello che sta sotto la superficie delle cose, dietro i volti, nelle espressioni. È una verità semplice di cui tutti possiamo fare esperienza, è la magia dell’arte che si occupa del mondo visibile,  che non si esprima o ripieghi su se stessa concettualizzandosi. Il mondo visibile è troppo interessante e affascinante, soprattutto la figura umana.

Emerge chiara la passione di Gianni Avasto per la figura umana, per corpi e volti che a fatica rimangono dentro lo spazio assegnatogli dalla cornice (L’amazzone, Ermes, Le monadi).

Quando si passa la soglia dell’appartamento dell’artista si penetra in un universo in cui dalle pareti coperte di quadri scendono e prendono vita le tante versioni di Carla, la compagna della vita e la musa per eccellenza, modella prediletta e figura domestica, colta in tanti atteggiamenti ed espressioni.  E sui quadri l’apporto del colore, proprio come la luce che penetra dalle finestre, incide sulla realtà circostante per aiutarla, in qualche modo, a entrare nel quadro (La spiaggia; Donna che legge).

ALLA FINESTRA olio su tela 60×80

Il Mito, il racconto per antonomasia, ha operato una grande seduzione sugli artisti di ogni tempo così come su Gianni Avasto che ne ha fatto il filo conduttore della sua ultima produzione.

Il mito ci interroga, ci spaventa, ci conduce in una realtà in cui tutto dura per sempre ed ecco che i volti spesso non hanno caratterizzazioni fisionomiche, i corpi sono plastici e distanti o sagome senza connotati, immersi in una natura stilizzata. Qualunque sia la seduzione che essi operano il risultato è di grande valore narrativo-simbolico, oltre che naturalmente pittorico perché è col colore che tutto avviene: il giallo, il rosso, il blu, il verde, nelle loro tante modulazioni ci rappresentano un mondo in cui i misteri della vita e della morte non possono essere svelati, ma solo indagati. Così come anche e per altri versi accade nella meravigliosa Natività, la cui costruzione formale è la sintesi perfetta del lavoro decennale di questo grande artista mesagnese.

IADI olio su tela 50×70
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